Il “primo tempo” della seconda edizione del “Film Club” inizia con una commedia brillante, colta e profonda. “En fanfare” (questo il titolo originale) è un film in grado di affrontare (e suonare) in modo leggero, ironico e coinvolgente molti temi complessi: dal dramma famigliare al rapporto con la malattia, dal film di denuncia sociale a quello di denuncia politica.

Un film che, come una sinfonia, riesce ad emozionare, commuovere e divertire anche grazie agli azzeccati protagonisti ed ai suoi continui, e ben dosati, cambi di registro.

UN FILM PERFETTO PER IMPARARE A CONOSCERSI GRAZIE ALLA MUSICA.

Il “primo tempo” della seconda edizione del “Film Club” inizia con una commedia brillante, colta e profonda. “En fanfare” (questo il titolo originale) è un film in grado di affrontare (e suonare) in modo leggero, ironico e coinvolgente molti temi complessi: dal dramma famigliare al rapporto con la malattia, dal film di denuncia sociale a quello di denuncia politica.

Un film che, come una sinfonia, riesce ad emozionare, commuovere e divertire anche grazie agli azzeccati protagonisti ed ai suoi continui, e ben dosati, cambi di registro.

UN FILM PERFETTO PER IMPARARE A CONOSCERSI GRAZIE ALLA MUSICA.

Pedro Almodóvar (adattando il romanzo “Attraverso la vita” di Sigrid Nunez) torna ad esorcizzare la morte (e la fine del mondo) e per farlo scrive e dirige un film intenso e ricco di bellezza. Grazie anche alle due magistrali interpreti, Tilda Swinton e Julianne Moore, “la stanza accanto” è un lungometraggio che, con tono misurato e colorato, riesce a celebrare il senso della vita attraverso quello della morte.

La malattia di una delle due protagoniste, che potrebbe essere l’incipit per un racconto tristissimo e cupo, diventa pretesto per il trionfo del libero arbitrio, dell'intelletto umano e dell'amore per la bellezza.

UN FILM CHE CELEBRA LA VITA, L’AMICIZIA E LA FORZA DEL CINEMA.

Il “primo tempo” della seconda edizione del “Film Club” inizia con una commedia brillante, colta e profonda. “En fanfare” (questo il titolo originale) è un film in grado di affrontare (e suonare) in modo leggero, ironico e coinvolgente molti temi complessi: dal dramma famigliare al rapporto con la malattia, dal film di denuncia sociale a quello di denuncia politica.

Un film che, come una sinfonia, riesce ad emozionare, commuovere e divertire anche grazie agli azzeccati protagonisti ed ai suoi continui, e ben dosati, cambi di registro.

UN FILM PERFETTO PER IMPARARE A CONOSCERSI GRAZIE ALLA MUSICA.

Tratto dall'omonimo romanzo di Robert Harris, “Conlave” si presenta allo spettatore con i toni del thriller, ma, attraverso un racconto intricato e coinvolgente, si propone di far luce sull'assoluta complessità dell'animo umano, raccontando, quasi come un esperimento sociologico, le vicende di un gruppo di persone rinchiuse in un unico luogo con poche possibilità di interazioni con l'esterno.

A dare il via alla storia narrata è l'improvvisa morte del Papa e la conseguente “lotta di potere” che si scatena per l’elezione del nuovo pontefice. Un lungometraggio solido e ben scritto, ricco di colpi di scena, che ha nel cast, capitanato da un perfetto Ralph Fiennes, uno dei suoi tanti punti di forza.

UN FILM CHE USA IL THRILLER COME PRETESTO NARRATIVO PER INDAGARE L’ANIMO UMANO, LE LOTTE DI POTERE E I MISTERI DEL VATICANO.

Questa è la storia di Mathieu e Alice (Guillaume Canet e Alba Rohrwacher). Lui vive a Parigi ed è un famoso attore. Lei invece vive in una località di mare della Francia occidentale e per vivere fa l'insegnante di piano e si occupa del sociale. Due persone che si erano amate in passato, quindici anni prima, due vite che si sono separate e hanno preso strade diverse fino a un nuovo incontro fortuito quando Mathieu, in piena crisi di mezza età, si reca in una spa nel corso di una vacanza.

Un film “fuori stagione” (come recita il titolo originale) che è anche una riflessione, delicata, elegante e romantica, sulle conseguenze delle scelte, sul tempo che passa e sui conti da fare con il rimorso.

UN FILM SULLA RISCOPERTA DELL’AMORE E SULLA MATURITÀ DEI SENTIMENTI.

Con “Maria” il regista cileno Pablo Larraìn chiude la sua trilogia dedicata a tre icone del '900: dopo Jackie Kennedy e Diana Spencer, ci travolge con Maria Callas. Figura tragica e ribelle, dotata di una delle voci più straordinarie di sempre, il film ne ripercorre gli ultimi giorni prima della drammatica e prematura morte avvenuta a Parigi.

“Maria” è un originalissimo ed atipico film biografico che, anche grazie, all’intensa interpretazione di Angelina Jolie, porta sullo schermo la figura di una donna straordinaria e fragile in lotta con i propri fantasmi.

UN FILM CHE CELEBRA L’AUTODISTRUTTIVO CANTO DI ADDIO DI UNA DELLE PIÙ GRANDI VOCI DI SEMPRE.