C’è una nonna che parla come un oracolo di paese, con proverbi secchi e sentenze da bar. C’è Bacchereto, il borgo che ti resta addosso come un profumo di fichi: ironico, cattivo, affettuoso, una madre che non molla mai. E in mezzo c’è Agnese, che prende tutto questo e lo capovolge, trasformando ricordi e frasi popolari in filosofia punk, sagre fuori controllo, Nietzsche infilato tra un banco della bottega e un bicchiere di Chianti.

Il nuovo spettacolo di Agnese Pucci è un viaggio comico e surreale attraverso le stagioni della vita, dove si passa dalle origini a feste improbabili, dai ritorni carichi di sarcasmo fino alla maturazione, sempre con quella domanda sospesa: si può davvero scappare dalle proprie radici? Tra riflessioni e risate, amori sbagliati e luoghi che sembrano eterni, sul palco si intrecciano tre voci – la nonna, Agnese e Bacchereto – in un dialogo continuo, tenero e graffiante, che sa di nostalgia e di ironia.

Uno show che fa ridere forte e allo stesso tempo stringe lo stomaco, perché parla di quello che siamo tutti: figli di luoghi che ci soffocano e ci salvano insieme. E alla fine, tra una battuta fulminante e un bicchiere immaginario al camposanto, rimane una certezza: le radici non si cancellano. Si ride con loro. E si vive.